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mercoledì 8 luglio 2009

GIOCHI IN SPECCHI D'ACQUA

di Maria Attanasio




“La poesia è un gioco, un entrare e uscire dalla vita, un'altra occasione di vita.
Come accade per le immagini distorte che si riflettono in uno specchio d'acqua, pozza di pioggia, lago o mare che sia, così nella poesia ognuno ci vede quello che vuole...”
Questo il messaggio di Maria Attanasio, poetessa che amo particolarmente per le tematiche e per la struttura delle sue poesie. Omonima di un'altra Maria, forse più nota, non ha nulla di invidiarle, anzi...
La profondità del suo sentire è tale che si rimane affascinati, avviluppati dalle onde dei suoi splendidi versi.
E poi c'è l'umanità espressa in ogni sua valenza, forte, decisa quando occorre, dolce, delicata , quando tocca argomenti come l'amore e la morte, di solito così difficili da trattare senza cadere nel déja vu o nel banale.
Ci sono dei passaggi che trasmettono un respiro di assoluto, un anelito d'oltre cui è impossibile sottrarsi.
“Nemmeno il tempo di capire
o di farmi fretta per provare a trovare
la chiave giusta per la porta del tuo dolore
aprire entrare e distruggere tutto
per inventarti un altro modo di vivere
per darti un'aria meno pesante da respirare
e portarti lontano da qui perché il destino non ti trovi.”

Cè forse in questa, il significato di un amore che travalica il tempo, che vorrebbe fare da barriera al dolore, che non si dà pace per la consapevolezza di quanto sia impossibile.
Ancora, in chiusura quasi: “Un giorno”
Un giorno chiuderemo porte e finestre
il mondo lì fuori non saprà più nulla di noi
per un po', il tempo di dirsi tutto
almeno quel poco che resta da dire
dopo tanto tempo insieme
le mani si riconoscono e gli occhi
già sanno quando l'altro ride.

Leggere le poesie di Maria è come immergersi in un mare cristallino, dove le parole riescono a scandagliare il fondo, mai abisso, e dove la riva è sempre possibile attracco.
Comunicano un senso di smarrimento, a volte, ma subito investito di una luce a soccorrere, e questa luce è sempre l'Amore.
Se potessi dare una definizione di questa eccellente poetessa, direi che è un delfino che comunica oltre il suono stesso, che proietta verso l'infinito il suo esistere.

Cristina Bove


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4 commenti:

Iannozzi Giuseppe ha detto...

Maria Attanasio, be', questa autrice ammetto che non la conoscevo ancora; ma dal poco che ho qui letto mi par di riconoscere una penna che sa il fatto suo e che esprime le circostanze dell'umano esistere con incisività, dove è sì registrata l'avversità ma anche la possibilità di venirne fuori a testa alta.

Iannozzi

Silvia ha detto...

Un giorno una mia amica con voce rotta mi disse: Se potessi prendermi il tuo peso lo farei immediatamente, per lasciarti respirare anche un secondo, invece sono qui, come un'idiota, impotente, a guardarti soffrire. Ho capito che mi ama molto. La prima poesia mi ha ricordato quel momento. Il libro varrebbe anche solo per la copertina.
Grazie a tutte e due.

Anonimo ha detto...

Leggere Maria è farsi trascinare nel suo fiume ,nel suo ritmo di pensiero altro che non ti dà tregua ,ti costringe a pensare ,a provare emozioni nascoste..a perderti e poi ,nell'amore grande del suo cuore,a ritrovarti.Sono grata a Cri e a Maria ovviamente.Tinti

annamaria ha detto...

Io conosco Mario Attanasio per aver letto di lei nei blog, ma come poetessa non avevo mai letto niente. Sono stata al suo blog e oltre queste poesie che leggo qui, ho trovato un componimento così ricco, fruibile e penetrante che mi ha lasciata senza parole: non ho avuto un solo attimo per pensare. Le sue liriche sono meravigliose e molto incisive.
La tua recensione Cristina è un inno alla bravura di Maria.