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venerdì 12 giugno 2009

Francesco Di Domenico





Eccomi alle prese con le mie impressioni di lettura su “Storie brillanti di eroi scadenti”.
Non è stato facile, tra ridere, ridere e ancora ridere, avere le idee chiare nel leggere il libro fantabolico (licenza del recensore) di Francesco Di Domenico.
Ecco intanto come l'Autore introduce, con evidente impegno socio-filosofico, ad alte quote:
“Spezzare le catene del proletariato” dice Ugo Statt prima di incontrare Franz Ferr (dal fatidico incontro derivò il teorema di Fer-Statt).
“Prima una carestia degli i-Pod: una crisi strisciante”. Siamo nel 2020 e RenzoArbore suona ancora il clarinetto a 93 anni suonati. Vi interessa sapere come si è arrivati a tanto?


Basta leggere il libro e tutto vi sarà chiaro.
“American coffee”, non future idee peregrine: qui si tratta di suonare strumenti impropri in maniera appropriata. Ecco.
D'altra parte, per uno che si fa arrestare per aver scritto “Cassonetti in fiamme” c'è poco da perorare: non so quanto possiate avere a cuore la sorte di Padre Amedeo, piissimo frate: “iniziò la missione con una proficua questua nei dintorni; gli offrirono uno stereo a sei canali al quarzo, molte borsette di coccodrillo e portafogli in vera pelle”...
“Il giudice Pio Lo Monaco lo incriminò per associazione a delinquere con l'aggravante della fede.
Uscì dopo sei anni, undicimila avemaria e tre suppliche al vescovo...”
Probabilmente a questo punto nemmeno sareste tanto meravigliati se nel “Centro Antidiabetico di Abano Terme... non c'erano le olive, così nessuno pensò di servire dei Martini, ma Mergellina non è Manhattan, e io non sono Raymond Chandler”
Per non parlare delle pratiche a garanzia delle molle dei letti della prof. Essa Titina Centoletti detta Titti, che così si rammarica con il prof. Teophilo Grand'Ascione: “ Durante uno studio approfondito, mentre ero di spalle, mi si è prodotto, anziché una poesia, un violento jodel: pensa che sto per approdare a nuove scoperte?”
Vi inerpicherete a Montesudario tra lupi, porcellini e criceti, ma se qualcuno vi declamasse “La pioggia sul criceto” non penserete mica al Vate, eh?
Naturalmente non vi sorprendereste nemmeno se un angelo andasse “su alcune furie (è raro che un angelo vada su tutte)...
Infine l'atmosfera si fa cupa e misteriosa:”Il tempo minacciava; in quei tempi violenti (2030 o giù di lì-ndr) anche il tempo era violento”
Mentre:
“Un'ombra si aggirava tra le ombre; oltre a lei non c'era ombra”
E così, giunti alla fine (del libro) abbiamo il dovere di dare ascolto allo scrittore-pittore che, in un ultimo vibrante appello, supplica:
“Vi prego, assumetemi.”

cristina bove