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domenica 8 maggio 2011

Pasquale Esposito

Evento Unico
Ti entra dentro come un dolore gentile e ti fa patire ogni gioia della quale non conoscevi nemmeno l'esistenza, ti fa camminare sui cocci taglienti della tua vita precedente, ti apre mille ferite dalle quali sanguini senza alcuna sutura praticabile, vai incontro ad ogni possibile distruzione credendo che ne valga la pena fosse anche solo per un istante di felicità. Chi ti vede andar via chiede il perchè. Ti viene il sospetto di non aver mai vissuto altra esistenza e una parte di te rimane ad abbracciare un piccolo corpo ignaro. La distanza con l'altra parte che scopre la vita è la misura del tuo senso di colpa e non c'è rimedio alcuno.



Aletti editore 2004

pp. 110, 14,00 euro




Ho appena finito di leggere un libro un po’ particolare, “Come pagina bianca” di Pasquale Esposito. Particolare perché, sebbene abbastanza stringato, è invece una miniera di riferimenti colti, riflessioni che prendono spunto e si diramano in  molteplici campi del sapere. E’ un libro in cui si riversa l’anima dello scrittore che, attraverso la narrazione in prima persona del protagonista,  ti rende partecipe della sua cultura e dei suoi dubbi, delle infinite sfaccettature della sua mente e delle riflessioni che ne scaturiscono sulla caducità delle cose e sull’importanza del Tempo. Le parole assumono significato totale e irradiante, rappresentano il senso della vita in contrapposizione al senso della morte. Diventano porte spalancate da cui poter sortire per esplorazioni dal centro del sé alle periferie dell’altro da sé, in diramazioni e rivoli che raccontano di antica sapienza, di attuale conoscenza, di regioni della mente che sono anche substrato del presente “ …Siamo unici eppure un tutto incontenibile, aggregato non enumerabile di idee e sensazioni. Per la lista dei nostri pensieri non basterebbe la carta di tutti i libri stampati, se mai volessimo trascriverli. ”La poesia vi si innesta quale trait-d’union fra logica ed irrazionalità, come se, per un processo alchemico, la pietra e l’oro si trasmutassero a vicenda per giungere insieme alla Luce. Nell’Ein Sof traente da Sé ogni categoria e manifestazione. Nel suono, forse, di un flauto magico che ne riunisca tutti i vari aspetti  per alfine pervenire alle nozze mistiche. Puoi  sentire la musica sprigionarsi in parallelo, mentre la parola risuona come voce sola e distinta, supportata dalla melodia. Persuasivo il linguaggio che sfida la tendenza alla dispersione cercando di garantire alla mente stessa l’identità ed esistenza, nella certezza che
“Nulla vale sapere e potere
nulla saggezza e oro 
giacchè possiamo ancora morire
se manca una parola.…
Potremmo non esistere
se non fosse noto che ci siamo.”

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